Quando il cuore batte più forte in ufficio che a casa
Tradire con un collega non è mai solo questione di opportunità o di “tanto ci vediamo tutti i giorni”. La psicologia ha scoperto che dietro queste relazioni extraconiugali si nascondono meccanismi molto più complessi di quello che immagini. E no, non stiamo parlando solo di attrazione fisica o della classica “scivolata” dopo l’aperitivo aziendale.
Secondo la psicologa clinica Serenella Salomoni, che nel 2020 ha analizzato le dinamiche dei tradimenti in ambiente lavorativo, la maggior parte delle persone che sviluppa una relazione extraconiugale con un collega non lo fa per pura attrazione sessuale. Il vero motore? Una miscela esplosiva di bisogni emotivi insoddisfatti, ricerca di riconoscimento e fuga dalla routine quotidiana che il posto di lavoro amplifica in modo naturale.
Pensa un attimo: passi circa otto ore al giorno con i tuoi colleghi, condividendo stress, successi, scadenze impossibili e momenti di trionfo. È praticamente inevitabile creare legami profondi con chi attraversa con te le stesse battaglie quotidiane. Il cervello umano è programmato per sviluppare intimità con le persone che condividono esperienze significative, e ammettiamolo, il lavoro è una delle esperienze più intense della nostra vita adulta.
La ricetta perfetta per complicarsi la vita
Ma cosa rende l’ufficio un terreno così fertile per questo tipo di relazioni? Gli esperti hanno identificato alcuni ingredienti che, mescolati insieme, creano la tempesta perfetta per l’infedeltà lavorativa.
La condivisione di obiettivi comuni è il primo elemento esplosivo. Quando lavori gomito a gomito con qualcuno per raggiungere un traguardo, il cervello rilascia le stesse sostanze chimiche che si attivano durante l’innamoramento. È come se la mente dicesse: “Questa persona mi capisce, lottiamo insieme per le stesse cose”. Un senso di complicità che spesso manca nella routine domestica, dove gli obiettivi comuni si limitano a decidere cosa guardare su Netflix o chi porta fuori il cane.
Il secondo ingrediente è il riconoscimento professionale. La sessuologa Marinella Cozzolino, in un’intervista del 2021, ha evidenziato come spesso l’infedeltà sul lavoro nasca dal bisogno di sentirsi valorizzati per le proprie competenze. Il collega diventa quella persona che “finalmente capisce” le tue sfide professionali, mentre il partner a casa magari non riesce nemmeno a comprendere perché ti arrabbi tanto per una riunione saltata.
Il potere nascosto delle dinamiche lavorative
C’è un elemento che molti sottovalutano: le dinamiche di potere. Non parliamo necessariamente del classico rapporto capo-dipendente, anche se resta molto comune, ma di tutte quelle sottili gerarchie che caratterizzano ogni ambiente lavorativo. Tradire con un collega può essere un modo inconscio di sentirsi più potenti o importanti. È come se il cervello mandasse il messaggio: “Guarda quanto sono irresistibile, questa persona è disposta a rischiare tutto per me”.
Questo boost di autostima può essere particolarmente attraente per chi si sente sottovalutato in altri ambiti della vita. Se a casa sei solo “quello che deve ricordarsi di comprare il latte”, in ufficio puoi essere l’oggetto del desiderio di qualcuno che ti trova interessante e stimolante.
Quello che il tuo tradimento sta davvero cercando di dirti
Se hai mai provato attrazione per un collega o ci stai pensando proprio ora, fermati un momento. La tua mente potrebbe starti comunicando qualcosa di importante attraverso questi sentimenti. Non stiamo facendo la morale, ma un’analisi psicologica di quello che potrebbe essere in corso nella tua vita emotiva.
Secondo gli esperti del centro psicologico Serenis, il tradimento sul lavoro funziona spesso come una strategia di evitamento sofisticata. Invece di affrontare la noia o i problemi nella relazione principale, la mente crea questa “via di fuga emotiva” che temporaneamente allevia il disagio senza risolvere nulla di concreto.
È come mettere un cerotto colorato su una ferita profonda: può sembrare carino nell’immediato, ma i problemi di fondo prima o poi torneranno a galla, spesso amplificati dal senso di colpa e dalle complicazioni create dal tradimento stesso.
La sindrome del “finalmente qualcuno mi capisce”
Un pattern ricorrente emerso dalle ricerche è che molte persone che tradiscono con un collega stanno in realtà cercando di riconnettersi con una versione più dinamica e stimolante di se stessi. Al lavoro sei competente, rispettato, hai obiettivi da raggiungere e sfide da affrontare. A casa, magari, ti senti solo il genitore stanco che deve pensare a pagare le bollette e organizzare le vacanze.
La relazione con il collega diventa quindi un modo per mantenere viva questa identità professionale più gratificante, creando una bolla in cui ti senti la versione migliore di te stesso. È un meccanismo comprensibile, ma anche pericoloso, perché crea una doppia vita emotiva difficile da sostenere nel tempo.
I segnali che dovresti riconoscere prima che sia troppo tardi
Come fai a capire se quello che provi per un collega è davvero amore o piuttosto il sintomo di qualcosa che non va nella tua vita? Ci sono alcuni campanelli d’allarme psicologici che vale la pena considerare. Ti senti improvvisamente più motivato ad andare al lavoro quando sai che ci sarà quella persona specifica? Oppure confronti costantemente il tuo partner con il collega, evidenziando sempre le mancanze del primo?
Altri segnali includono la sensazione di essere “capito” solo in ufficio, con l’idea che solo il collega comprenda chi sei davvero. Se pensi spesso a cosa direbbe quella persona delle tue scelte o dei tuoi pensieri, e cerchi scuse per prolungare il tempo trascorso insieme oltre l’orario lavorativo, probabilmente stai usando questa attrazione per compensare qualcosa che manca nella tua vita privata.
Il paradosso del rischio che rende tutto più eccitante
C’è anche un aspetto paradossale nell’infedeltà lavorativa: il rischio stesso la rende più attraente. Tradire con un collega significa rischiare non solo la relazione, ma anche la reputazione professionale e, in alcuni casi, il posto di lavoro. Questa dimensione di pericolo attiva nel cervello gli stessi circuiti dell’adrenalina che si attivano durante le esperienze estreme.
Per alcune persone, questo elemento di rischio diventa quasi una dipendenza: trasforma la giornata lavorativa in un’avventura continua fatta di sguardi complici, messaggi nascosti e incontri segreti. È un modo per rendere eccitante anche l’ambiente più noioso, ma è anche un gioco pericoloso che può portare conseguenze devastanti.
La sessuologa Marinella Cozzolino ha osservato come molte persone descrivano questa dinamica come un modo per “rendere il lavoro più piacevole” e per alleggerire la routine quotidiana. Il problema è che quando l’eccitazione del rischio diventa necessaria per sentirsi vivi, significa che probabilmente ci sono questioni più profonde da affrontare.
Quando il conflitto interno diventa insostenibile
La psicologa Serenella Salomoni ha notato che molti dei suoi pazienti che hanno avuto relazioni extraconiugali sul lavoro vivono un conflitto profondo tra i loro valori dichiarati e i loro comportamenti effettivi. Sono persone che, a parole, credono nella fedeltà e nell’importanza della famiglia, ma che si trovano intrappolate in dinamiche che contraddicono questi principi.
Questo conflitto interno genera quello che gli psicologi chiamano “dissonanza cognitiva”: la tensione mentale che si crea quando i nostri pensieri e le nostre azioni non sono allineati. Il risultato è spesso un’escalation di confusione, sensi di colpa e stress che complicano ulteriormente una situazione già delicata.
Non sempre c’è un significato nascosto
Attenzione però: non tutti i casi di infedeltà lavorativa nascondono dinamiche psicologiche complesse. A volte una scappatella è semplicemente una scappatella, dettata da circostanze particolari, attrazione fisica momentanea o decisioni impulsive che non riflettono necessariamente problemi profondi nella vita della persona.
La psicologia può aiutarci a capire i pattern più comuni, ma ogni situazione è unica e va analizzata nel suo contesto specifico. Non esiste una formula magica che spieghi tutti i comportamenti umani, soprattutto quando si tratta di qualcosa di così complesso come le relazioni sentimentali e sessuali.
Alcune persone tradiscono semplicemente perché ne hanno l’opportunità e non riescono a resistere alla tentazione. Altre lo fanno perché attraversano un momento di particolare vulnerabilità o stress. Non tutto deve per forza avere un significato psicologico profondo.
Cosa puoi fare se ti riconosci in queste dinamiche
Se leggendo questo articolo hai riconosciuto alcuni pattern nella tua vita, il primo passo è essere brutalmente onesto con te stesso sui tuoi bisogni reali. Prima di agire impulsivamente, chiediti cosa stai davvero cercando in questa potenziale relazione extraconiugale.
Stai cercando riconoscimento? Novità? Fuga dalla routine? Conferma della tua attrattiva? Una volta identificato il bisogno reale, potresti scoprire che esistono modi più sani e meno rischiosi per soddisfarlo. Magari lavorando direttamente sui problemi della tua relazione principale, investendo su te stesso in modi nuovi, o semplicemente comunicando meglio con il tuo partner sui tuoi bisogni insoddisfatti.
L’infedeltà sul lavoro, nella maggior parte dei casi, è il sintomo di bisogni legittimi espressi nel modo sbagliato. Riconoscere questi bisogni è il primo passo per trovare soluzioni più costruttive e meno distruttive per tutti i soggetti coinvolti, te compreso.
La mente umana è un universo complesso e affascinante, e i nostri comportamenti spesso nascondono significati e motivazioni che vale la pena esplorare. Non per giudicare noi stessi o gli altri, ma per capire meglio come funzioniamo e per costruire relazioni più consapevoli, oneste e soddisfacenti in tutti gli ambiti della nostra vita.
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